Arte

La chiesa di S. Maurizio a Gravellona Toce

 Un gioiello d’architettura, arte e fede da salvare

 

Gli affreschi, un’antologia della pittura del XV-XVI secolo ancora tutta da svelare

Di grande interesse sono gli affreschi interni, del XV e XVI secolo, di cui solo una parte è stata messa in luce da restauri effettuati nella prima metà del XX secolo e da sondaggi degli anni ‘70, mentre altri restano ancora da scoprire sotto lo spesso strato di intonaci steso nei secoli successivi. Ciò che si vede rappresenta una piccola antologia della pittura quattro-cinquecentesca con interventi di almeno tre mani diverse.

Un artista del Quattrocento ha dipinto la Madonna del Latte e Sant’Antonio abate sulla parete meridionale (2); Tommaso Cagnola (Novara, documentato dal 1479 al 1509) ha invece realizzato due grandi riquadri con la figura di San Maurizio, in un caso affiancata dal committente (3), nell’altro (6) da un pannello con la Madonna in trono (5). Iscrizioni ci indicano la data 1501 e il committente tale Antonio Saltia da Pedemonte. Sempre al Cagnola sembra da attribuire l’Annunciazione originariamente posta nell’arco di ingresso al presbiterio, ora in controfacciata (1).

Il registro superiore della parete settentrionale è occupato da San Maurizio a cavallo con figura di committente inginocchiato (7) e da San Francesco che riceve le stimmate, nei quali si riconosce la mano dell’ossolano Giacomo da Cardone (Montecrestese 1530 – 1590 ca.). Sulla parete meridionale si legge con difficoltà anche una scena col martirio di Santo Stefano e altri santi (8), e, affioranti degli intonaci sovrapposti, un volto di Madonna addolorata e di altra figura di santo (4).