La chiesa di S. Maurizio a Gravellona Toce
Un gioiello d’architettura, arte e fede da salvare
Una storia lunga mille anni
La chiesa di S. Maurizio a Gravellona Toce è il più antico monumento della città che sopravviva nelle antiche forme. L’edificio, indicato come chiesa di S. Maurizio della Corte di Cerro, è infatti menzionato per la prima volta in un documento del 1023 con cui viene donato, insieme a tre parti della Corte di Cerro, dai coniugi Ricardo e Anselda all’abbazia di Arona.
La costruzione che ancora oggi si osserva presso il cimitero è frutto di interventi architettonici del XII secolo, attuati su quell’edificio che nacque come chiesa annessa a una struttura fortificata e a una corte lungo la viabilità principale che conduceva verso l’Ossola.
Altre menzioni documentali si trovano per gli anni 1025, 1028 e 1152, quando il castrum e la vicina chiesa sono sotto la giurisdizione di componenti della nobile famiglia dei conti De Castello. Il vicino castrum fu distrutto nel 1310 dai ghibellini novaresi nel contesto delle contese con i guelfi, cui i conti di Crusinallo, che in quell’epoca sono i signori del luogo, avevano dato rifugio. La chiesa venne invece risparmiata e restò isolata nella campagna come oratorio alle dipendenze della parrocchiale di Casale Corte Cerro. Proseguì il suo utilizzo per il culto, come attestano gli affreschi fatti eseguire da committenti di rango nel XV e XVI secolo e nel 1630 vi fu eretta una cappellania per la celebrazione delle messe domenicali, in attesa che venisse approntata la nuova parrocchiale di Gravellona Toce. Dopo questo breve periodo di utilizzo allargato, la chiesa perse di importanza fino al 1823, quando, a seguito dell’individuazione dell’area come adatta all’erezione del cimitero comunale, si trovò ad essere chiesa cimiteriale. I continui ampliamenti del cimitero nel corso del XIX secolo furono accompagnati da modi-
fiche strutturali della chiesetta, che venne privata della sacrestia e del portico in facciata. In quel secolo fu anche demolita l’abside e mutato l’orientamento, non sappiamo se per problemi strutturali o per agevolare la viabilità lungo l’adiacente strada del Sempione.
Nel 1925 tuttavia si mise mano a una prima serie di restauri con la rimozione di parte degli intonaci e il recupero di parte degli affreschi antichi. Ancora, dal 1956 in poi, si tentarono varie volte di avviare lavori di recupero, senza successo fino al 1973-74, quando un comitato allora costituitosi, riuscì a sistemare la copertura con la rimozione delle volte, il ripristino delle capriate e la sistemazione della zona dell’altare.